Come effettuare un prelievo con kit in fase liquida (Thin-Prep): cosa serve e quali sono i vantaggi.

La fase liquida è uno degli strumenti più intelligenti studiati nell’ultimo decennio. Serve per prelevare e conservare le cellule per l’analisi citologica.

Che cosa serve per fare un prelievo in fase liquida?

Vediamolo insieme.

Il kit è molto semplice: un barattolino contenente del fissativo e un Cervex-Brush, strutturato in modo tale da avere setole più lunghe al centro per poter effettuare il prelievo endocervicale e setole più corte all’esterno per il prelievo esocervicale (a forma di Duomo di Milano, per intenderci).

Questo strumento ti permette quindi di effettuare contemporaneamente un prelievo endo ed esocervicale.

Prima di effettuare il prelievo, ricorda sempre di pulire il collo dell’utero con una piccola garza, in modo tale da togliere il muco in eccesso, oltre a detriti e leucociti che possono interferire con l’analisi.

Una volta inserito il Cervex-Brush in endocervice puoi effettuare una rotazione di 360°, che ti permette così di prelevare le cellule su tutta la superficie del collo dell’utero.

Ciò che bisogna assolutamente evitare è un prelievo del tipo “su e giù” o un prelievo “a farfalla” (ossia ruotando il brush prima a destra poi a sinistra ma senza compiere la rotazione di 360°): in queste due situazioni c’è sempre il rischio, soprattutto in presenza di lesioni focali, di non riuscire a prelevare le cellule presenti in un determinato punto (che, sfiga vuole, può essere proprio quello patogeno).

Una volta effettuato il prelievo apri il barattolino e (utilizzando un termine molto tecnico :)) sbatacchia il Cervex-Brush all’interno del liquido. Il liquido fissativo presente nella fase liquida o Thin Prep è studiato appositamente per aggrapparsi alle cellule e far sì che tutte queste finiscano nel nostro contenitore.

La cosa importante è NON LASCIARE mai il Cervex-Brush a mollo nella fase liquida.

Perché?

Guarda questa foto:

Come puoi vedere in questo campione le cellule si sono ammassate una sull’alltra creando degli agglomerati che NON possono essere analizzati. Il campione risulta quindi non idoneo ed il prelievo deve essere ripetuto.

Quindi ricorda: non lasciare a mollo il Cervex-Brush nel Thin-Prep, ma sbatacchialo per bene nel liquido e poi buttarlo via subito!

Ora vediamo un’altro punto importante…

Quali sono i vantaggi di utilizzare un kit in fase liquida rispetto ad un vetrino classico?

  • Primo vantaggio: meno materiale necessario per il prelievo

Se con un vetrino ti servono anche un coprivetrino, il portavetrino, il cytobrush, una spatola di Ayre e del fissativo, con il kit in fase liquida avrai semplicemente bisogno di un barattolino e di un Cervex-Brush.

Questo ti permettere sicuramente di velocizzare i tuoi prelievi in studio e di ridurre notevolmente il disordine sul campo di lavoro e la presenza di possibile materiale biologico vagante.

  • Il secondo vantaggio è che con questa metodica (fase liquida o Thin-Prep) possiamo utilizzare ed analizzare tutto il materiale che tu hai prelevato, cosa NON possibile con il semplice allestimento di un preparato su vetrino

In questo caso, infatti, quando vai a strisciare il materiale, sia utilizzando la spatola di Ayre sia il cytobrush, parte del materiale biologico rimane attaccato agli strumenti che vengono poi buttati via.

  • Il terzo vantaggio riguarda la preparazione del vetrino

Con il kit in fase liquida, la preparazione del vetrino è standardizzata, ossia molto più omogenea e precisa perchè viene effettuata direttamente in laboratorio da una macchina.

Questo è un enorme vantaggio: infatti l’utilizzo del kit in fase liquida per il Pap-Test permette una notevole riduzione degli inadeguati (dovuti a comunissimi errori di allestimento del vetrino in studio, di cui ti parlerò in un altro articolo).

Ridurre il numero degli inadeguati vuol dire, ovviamente, ridurre il numero di pazienti da richiamare per ripetere il prelievo del campione biologico!

Dover chiamare la paziente e dirle che dovrà effettuare nuovamente il prelievo, perché il precedente non era adeguato, non è mai una cosa piacevole.

La tua paziente inoltre potrebbe anche credere che tu non sia stato in grado di effettuare bene il prelievo…anche se entrambi sappiamo perfettamente che la colpa in quel caso non è tua.

  • Quarto vantaggio: utilizzando la fase liquida abbiamo la possibilità di allestire più vetrini in caso fosse necessario effettuare un approfondimento diagnostico

Questo è molto importante nelle situazioni in cui il citologo si trova di fronte ad un Pap-Test negativo, ma nella scheda anamnestica vede che tu hai riportato una pregressa o sospetta patologia.

Se utilizzi un kit di fase liquida, il citologo in questo caso può allestire dei nuovi vetrini e verificare che il test sia effettivamente negativo e non sia invece un falso negativo.

  • C’è un ulteriore vantaggio che in questo momento storico non è da sottovalutare. Le linee guida per lo screening del tumore del collo dell’utero infatti sono cambiate e con il kit in fase liquida, puoi effettuare sia la citologia che l’analisi dell’HPV DNA in un’unico prelievo.

Addirittura, se il tuo laboratorio te lo permette, puoi effettuare prima il Pap test in fase liquida e poi, in caso di positività, verificare se c’è presenza o meno di HPV DNA.

Comodo, no?

Lo stesso può essere effettuato anche al contrario, seguendo quindi le nuove linee guida.

Se effettui un prelievo in fase liquida per cercare la presenza o meno di HPV nella paziente, in caso di positività puoi quindi effettuare l’analisi citologica sempre sullo stesso campione.

E questo è, senza dubbio, un grande risparmio di tempo per te ed un eccelente servizio fornito alla tua paziente!

Facebooklinkedinmail

Lascia un commento

Iscriviti subito al servizio Gratuito

"Lab Best Practice"

e riceverai un BONUS in REGALO, inoltre:

Compila il modulo per iscriverti subito!