Stai rischiando anche tu di perdere per sempre le tue pazienti a causa dei tamponi vaginali?

Come sempre succede nelle riunioni tra donne ieri sera ad un certo punto della serata è scattato il “momento ginecologico”.

Come potrai intuire, quello è il momento in cui una donna dopo aver fatto il riassunto della sua situazione lavorativa, sentimentale e mentale arriva a raccontarti dei suoi disturbi più intimi.

“Mi brucia, non mi sono ancora venute, ho dolore durante i rapporti, c’ho un pruritooo, non riesco a rimanere incinta, sono incinta e non so chi è il padre, dove si fa il test di paternità?”

Succede sempre tra donne. E’ così, fa un po’ ridere lo so, ma se ci penso è da sempre che conosco perfettamente la condizione ginecologica delle mie amiche e nel momento in cui varia qualcosa stai pur certo che lo vengo a sapere.

Questo ancor prima di specializzarmi come biologo per la Ginecologia Ostetricia.

Adesso poi da qualche anno il “momento ginecologico” per me è diventato il “momento consulenza” e ho la strana sensazione che tu sappia di cosa sto parlando, non è vero? 🙂

Tra l’altro negli ultimi anni non mi succede più solo con le donne, ma anche con gli uomini. Sarà che i miei amici sono tutti in fase di accoppiamento (ci avviciniamo ai 40 anni), ma la sensibilità dell’uomo ai problemi femminili mi sembra aumentata…boh chissà!

Comunque, tornando a noi, voglio raccontarti di Anna.

Anna è una donna di 39 anni, single, con un forte senso del dovere. Lavora in un ufficio di amministrazione da tanti anni e non ama stare a casa dal lavoro, nemmeno quando ha la febbre.

Ieri sera, con tono direi tra l’alterato e lo scioccato, ci ha racconto la sua disavventura della scorsa settimana.

In pratica, detto tra noi, era un po’ che le bruciava e dopo aver provato con cremine e gel vari senza alcuna risultato positivo ha deciso di andare dal ginecologo nella speranza di risolvere il problema nel più breve tempo possibile.

Così a malincuore prende un paio d’ore di permesso dal lavoro e va all’appuntamento.

Dopo una breve visita il ginecologo le dice che deve fare dei tamponi vaginali per capire di cosa si tratta e procedere con la terapia più opportuna.

“Tamponi vaginali? Bene facciamoli” – dice lei.

Lui però le dice che non può quei tamponi  in studio, che dovrà andare a farseli fare in ospedale, per poi tornare da lui con gli esiti una volta pronti.

Qui il racconto ha iniziato a scaldarsi.

Eh sì, perché Anna non abita vicino all’ospedale e tanto meno l’ospedale è vicino al suo posto di lavoro, dove lei tutte le mattine alle 8.00 in punto timbra il cartellino.

Come puoi immaginare per andare a fare i tamponi vaginali in ospedale, Anna ha dovuto chiedere ancora un permesso al lavoro, spiegando alla sua capa rompiballe che aveva un problema e che, anche se era già stata a casa il giorno prima, aveva proprio bisogno di una mezza mattina anche per il giorno dopo.

Non c’è bisogno che ti dica che solo questo l‘ha già messa in una situazione di disagio di cui avrebbe fatto volentieri a meno.

“Ma se il ginecologo dice che devo andare a fare sti tamponi vaginali…non ho molte alternative, vado e li faccio”.

E qui è partito il racconto di quelle due ore, che dopo una settimana Anna sta ancora maledicendo.

Ti risparmio i dettagli e le parole colorite di questa piccola avventura, ma ti voglio fare un riassunto, giusto per farti capire.

Siamo partiti dal traffico in auto per arrivare all’ospedale (stile giungla), seguito dal delirio per cercare parcheggio con tanto di str…nzo che le ha fregato il posto sotto il naso.

Poi siamo passati al sali e scendi dai piani dell’ospedale: al telefono le avevano detto di andare prima in reparto, invece in reparto le dicono che prima deve andare a pagare il ticket giù da basso.

Va giù da basso, prende il biglietto, attende…attende…attende, paga il ticket dopo che la tipa allo sportello è andata con comodo a bersi il caffè (con lei lì davanti in piedi ad aspettare).

Torna su in reparto…attende …attende…attende…finalmente la fanno entrare, si spoglia e si mette a gambe aperte sul lettino per la seconda volta in tre giorni.

Esce dall’ambulatorio, prende l’ascensore, sopporta per tre piani una gran puzza di sudore e finalmente conclude la sua esperienza ospedaliera sbalzata fuori dall’ascensore perché l’energumeno che stava dietro di lei aveva fretta di uscire.

E tutto questo per cosa?

Per due minuti di prelievo vaginale.

Ora, prova per un minuto a metterti nei suoi panni. Per risolvere un solo problema (il bruciore vaginale) ne ha dovuti affrontare almeno una dozzina.

Forse per te non è così semplice immedesimarti perché bene o male se devi fare qualche analisi sei già in ospedale, sei un medico, conosci un sacco di gente…insomma vai, la fai e buonanotte!

Ma prova ad immaginare, è come se tu ti trovassi con un problema fiscale da risolvere. Vai dal tuo commercialista e lui ti manda in comune a fare dei documenti che gli servono per capire come fare a risolvere il tuo problema.

No, non puoi delegare qualcun altro…mi spiace ci devi andare di persona 🙂 !

E ovviamente in comune ci puoi andare solo in determinati orari, quindi devi prendere per forza un permesso dall’ospedale, tribolare per arrivarci con la macchina, parcheggiare. Non sapere dove cavolo devi andare, essere rimbalzato come una pallina da ping-pong da un ufficio all’altro, perdere tempo, aspettare in coda con gente maleducata e puzzolente, perdere tempo.

Per finire dovresti ritornare in comune dopo una settimana per ritirare il tuo documento (i referti dei tamponi vaginali non te li danno certo subito!). Ripetere pressapoco la trafila della volta precedente.

Uscito sano e salvo con il tuo documento tra le mani, devi poi trovare il tempo per portarlo al tuo commercialista (che quel giorno lì non è in studio). Se tutto va bene, alla fine il tuo amato commercialista ti farà una “prescrizione” per andare a comprare qualche marca da bollo in tabaccheria.

Ho reso l’idea?

Ora…se stai pensando che “alla fine però il problema è della paziente” e che “per evitare di creare un problema a lei finisce che te ne crei uno tu, perché gestire i tamponi vaginali in studio è uno sbattimento che non finisce più…”

…ti dico che TI SBAGLI e ti sbagli anche di grosso!

Primo.

Il disagio di dover andare in ospedale a fare i tamponi vaginali NON è un problema della paziente, MA è un TUO problema.

O meglio…al momento è un problema che si deve smazzare lei, ma nel lungo periodo sarà un problema che dovrai prepararti ad affrontare tu.

Vuoi sapere perché?

Perchè Anna dal suo ginecologo non ci tornerà più!

No perché, l’altra sera quando ha finito di raccontare la sua avventura, una nostra amica con aria pacifica le ha detto:

“Ma scusa, il tuo ginecologo non fa i tamponi vaginali in studio? Il mio sì. Se vede che c’è qualcosa che non va, te li fa lì al momento e poi ti chiama lui quando son pronti gli esiti. Io mi sono sempre trovata da Dio.”

Dovevi vedere la faccia di Anna.

“Guarda, mi spiace proprio, perché sono 15 anni che vado da lui…ma mi viene l’ansia solo il pensiero di dovermi ritrovare nella stessa situazione un’altra volta. Per una cosa che poi tra l’altro poteva fare lui in studio? Mi dai il numero del tuo ginecologo per favore? La prossima volta cambio.”

Capisci ora perché ti dico che è un TUO problema?

I tempi sono cambiati ormai. Viviamo in un’era in cui la concorrenza è troppa ed è spietata. Ed è così in tutti i settori. Ci sono troppi professionisti che offrono lo stesso servizio nello stesso territorio.

Con quanti colleghi ti devi dividere le possibili pazienti della tua zona?

Cosa fai tu di diverso dagli altri per farti preferire dalle pazienti?

Non basta più essere bravi, gentili e disponibili. Quello ormai è dato per scontato.

La mentalità della gente è cambiata. Le figlie delle tue pazienti non è detto che verranno da te solo perché la loro mamma si è sempre affidata a te. Anzi è più probabile che vadano dal ginecologo dell’amica, che le ha risolto un problema più simile al suo e tra l’altro alla velocità della luce.

Sì perché viviamo in un mondo che corre a mille all’ora e la gente vuole tutto, con poco sforzo e subito. Non c’è più tempo per aspettare e tanto meno per perdere tempo.

Ti è mai capitato di stare in coda alla posta per spedire una raccomandata, con il tipo allo sportello che fa con tutta calma e 10 persone in attesa davanti a te?

Come ti sei sentito? Tranquillo e spensierato?

Se un tuo amico poi ti viene a dire che esiste un altro modo, molto più semplice e veloce per spedire le raccomandate, la prossima volta cosa faresti? Andresti ancora in posta a fare la coda?

E’ tempo di capire quali sono le vere esigenze delle persone e fare in modo di soddisfarle, prima che sia troppo tardi!

Questa era la brutta notizia.

Tornando a noi, da un punto di vista pratico, so che la gestione dei tamponi vaginali in studio è sempre stata macchinosa.

Un tampone per questo, un tampone per quello. Poi c’è la Chlamydia che ha un suo terreno di coltura e quel maledetto protozoo del Trichomonas che non ama nessun terreno, senza contare che il Mycoplasma ha addirittura un suo brodo colturale a parte, che va tenuto in frigorifero prima ancora di utilizzarlo.

Ehhh…che ansia!

Questo in frigo sì, quello in frigo no. Poi devono arrivare in laboratorio “entro ieri” se no li devi anche rifare.

Hai ragione…è sempre stato uno sbattimento!

Ma la buona notizia è che i tempi sono cambiati anche per le tecniche di laboratorio.

Fare i tamponi vaginali in studio può essere semplice e veloce…se sai come farlo!

Hey hey, non ti illudere troppo…il venerdì ancora non si possono fare ok? (non ho mica la bacchetta magica 🙂 )

Ma se ti dicessi che con due semplici tamponi riesci a fare tutto e che puoi gestire la spedizione con la stessa semplicità di un pap-test?

Se fosse veramente così semplice come ti sto dicendo, prenderesti in considerazione di salvare le tue pazienti dall’incubo dell’avventura in ospedale, con tutte le conseguenze che questo può comportare per te?

Se la tua risposta è sì e vuoi sapere come fornire il servizio dei tamponi vaginali nel tuo studio, evitando così di perdere le tue pazienti,

…allora vai subito alla pagina “Come lavoro” e prenota il tuo pacchetto di consulenza GRATUITO “CHECK-UP LAB”.

Ti aspetto!

Roberta

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