Vetrino o fase liquida (Thin-Prep)? Cosa direbbe oggi Papanicolaou?

Nel 1928, Papanicolaou fu il primo a suggerire che il tumore del collo dell’utero si potesse diagnosticare tramite l’utilizzo e l’analisi delle cellule vaginali.

Al tempo nessuno gli credette…

SOLO 15 ANNI DOPO, NEL 1943, FINALMENTE LA SUA RICERCA VENNE PUBBLICATA.

Grazie al suo lavoro, negli anni, la mortalità per tumore del collo dell’utero si è ridotta addirittura fino ad un terzo.

Cosa direbbe oggi Papanicolaou degli sviluppi relativi al suo test?

Negli ultimi anni, infatti, al classico vetrino si è affiancata una nuova metodica: il Pap-test in fase liquida o Thin-Prep.

In questo articolo ti spiegherò la differenza tra i due.

Se per allestire un preparato su vetrino hai bisogno di cytobrush, spatola di Ayre, vetrino, porta vetrino, fissativo e porta vetrini… per effettuare un Pap-test in fase liquida (o Thin-Prep) ti basterà utilizzare un barattolino e un Cervex-Brush.

Come puoi capire, il metodo di prelievo si è semplificato di molto e questo va ad impattare sul tempo necessario per effettuare l’analisi.

Ti assicuro che ad oggi non ho ancora sentito un ginecologo, che sia passato da vetrino a fase liquida, lamentarsi.

Altra cosa importante…

Se nella preparazione dell’allestimento del vetrino, purtroppo, parte del campione biologico rimane sul cytobrush e sulla spatola di Ayre, il vantaggio dell’utilizzo della fase liquida è che il Cervex-Brush viene inserito nella soluzione fissativa e quindi tutte le cellule scendono all’interno di questa.

Come puoi capire, hai così la possibilità di analizzare molte più cellule.

Relativamente al metodo di conservazione non ci sono grandi differenze: entrambi i campioni sono molto stabili, possono stare a temperatura ambiente e possono essere conservati per lungo tempo.

I GROSSI VANTAGGI SI NOTANO IN FASE DI LETTURA.

Una volta allestito il vetrino classico, si potrà analizzare solo quello.

La fase liquida, invece, ti permette di aliquotare più volte il campione, ovvero di prelevarne più parti per allestire più vetrini.

Nella fase liquida il prelievo viene effettuato da te in studio; solo quando il campione arriva in laboratorio vengono allestiti i vetrini che poi saranno analizzati dal citologo al microscopio.

Uno dei vantaggi della fase liquida è sicuramente l’aumento della nitidezza del campione.

Osserva l’immagine: nel preparato su vetrino, le cellule sono molto più distanziate l’una dall’altra e quindi sono più rade, se ne osservano sicuramente meno e per di più possono essere coperte da detriti o leucociti.

Il campione in fase liquida invece ti permette di analizzare più cellule contemporaneamente.

Le cellule, in questo caso, non si sovrappongono l’una all’altra: sono ben distese sul vetrino e sono pulite da tutte quelle sporcizie tra cui detriti, leucociti o addirittura emazie che possono contaminare il campione.

Osserva le differenze in questa immagine:

Grazie all’utilizzo della fase liquida si eliminano anche tutte le problematiche correlate all’allestimento del vetrino.

A volte può succedere che la quantità di cellule sia importante e quindi, strisciate sul vetrino, si vedono come se fossero ammassate le une alle altre: di conseguenza, il citologo non riesce a leggerle.

Ti mostro un’immagine per comprendere meglio:

Utilizzando la fase liquida anche sotto questo punto di vista avrai un grosso vantaggio: anche in presenza di molte cellule all’interno del liquido, il citologo in laboratorio può decidere di  diluirlo e di allestire un preparato che sia leggibile.

Un altro problema che si va a risolvere utilizzando la fase liquida è la scarsa fissazione.

Quando si fissa un vetrino è possibile che, per una serie di motivi, il vetrino non si fissi correttamente:

Sul vetrino saranno presenti pochissime cellule da analizzare e non sarà possibile quindi emettere una diagnosi.

L’immagine soprastante rappresenta il caso di una paziente in cui il ginecologo aveva segnalato un pregresso adenocarcinoma con formazioni papillari.

Purtroppo, essendo stato fatto un solo vetrino, non è stato possibile emettere alcuna diagnosi.

Di conseguenza, il ginecologo ha dovuto ricontattare la paziente per effettuare un nuovo prelievo.

Il rischio, in alcuni casi, è di emettere un di falso negativo.

Sul vetrino si possono poi creare anche degli artefatti causati da una ritardata fissazione, come puoi vedere qui sotto:

Sono presenti delle piccole parti nere che oscurano le cellule e questo interferisce con la loro lettura.

Spesso può capitare che nell’allestimento di un preparato su vetrino ci sia la presenza di materiale che offusca gli epiteli.

Uno dei casi più comuni è il tappeto di emazie:

Capita spesso che, quando effettui un prelievo, ci sia un lieve sanguinamento del collo dell’utero della paziente.

Questo, purtroppo, crea un reticolato di emazie che, anche in questo caso, non permette la lettura da parte del citologo, ed avrà come risultato un inadeguato.

Anche in questo caso purtroppo sarai costretto a far tornare la paziente per ripetere il prelievo.

Il vantaggio della fase liquida è anche qui. Se il campione dovesse essere ematico, semplicemente facciamo un lavaggio con acido acetico ed eliminiamo tutte le emazie.

Tutte le cellule saranno quindi perfettamente visibili, come se non ci fosse stato alcun sanguinamento durante il prelievo.

Il rischio con i campioni ematici è che qualche cellula possa essere nascosta dal reticolato di emazie. Questo purtroppo è un esempio di falso negativo del Pap-test classico.

La seguente immagine mostra ad esempio il campione di una paziente con risultato ASC-H:

Capisci quindi quale può essere il rischio, se le poche cellule osservabili fossero state al di sotto dell’ evidente reticolato di emazie?

Una situazione che preferiremmo tutti non dover gestire…

Altra sporcizia che si elimina con l’utilizzo della fase liquida è la presenza di leucociti:

Si tratta di un problema molto comune e assolutamente fisiologico, che però spesso non permette la lettura del vetrino.

In conclusione…

Il vantaggio di utilizzare la fase liquida è davvero enorme, perché riduce notevolmente il numero degli inadeguati e ad aumenta la sensibilità del test.

Rispetto al vetrino, che ha una sensibilità del 60%, con la fase liquida la sensibilità raggiunta è del 75%.

Utilizzare una fase liquida (o Thin-Prep) al posto di un vetrino classico vuol dire assicurare a 15 pazienti su 100 un referto corretto e non un falso negativo.

Inoltre, utilizzando la fase liquida, con un solo prelievo puoi effettuare anche le analisi per l’HPV.

Questo, come ben sai dalle nuove linee guida, è una cosa che devi iniziare ad introdurre nella tua quotidianità!

A livello di tempistiche di refertazione non si hanno grosse variazioni: se referti in 10 giorni con il vetrino, referterai in 10 giorni anche con la fase liquida.

Ho buone notizie anche per quanto riguarda il prezzo.

Rispetto ai primi tempi, in cui la fase liquida aveva un prezzo molto più alto rispetto al vetrino, ad oggi, se ti affidi ad un laboratorio di un certo livello, la differenza tra vetrino e fase liquida è di pochi euro.

Se lavori in uno studio privato, avrai sicuramente già capito che ne vale la pena.

È evidente quindi, che l’utilizzo della fase liquida, oltre a portare un vantaggio pratico per il tuo studio ginecologico, porta un vantaggio, dal punto di vista diagnostico, alla tua paziente.

E di tutto questo sono convinta che Papanicolaou non potrebbe che essere orgoglioso!

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